venerdì 14 aprile 2017

IL TRUCCO DELLA MONETA BANCARIA

IL TRUCCO DELLA MONETA BANCARIA (SECONDA PARTE)

Vedi anche:

IL TRUCCO DELLA MONETA BANCARIA DENUNCIATO IN TRIBUNALE

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Lo scorso 28 Marzo Marco Saba, Presidente di IASSEM, è intervenuto all’assemblea di Carige per contestare l’approvazione del bilancio annuale della banca.

Nel mio precedente articolo “Il trucco delle moneta bancaria denunciato in tribunale” anticipavo che nel mese di Luglio 2016 con Marco Saba abbiamo dato avvio ad una procedura legale avanti al Tribunale di Genova contro Banca Carige al fine di ottenere il riconoscimento e la corretta registrazione in bilancio della moneta bancaria che le banche creano dal nulla all’atto della concessione di prestiti alla clientela.

Infatti, i principi contabili internazionali – richiamati anche nei bilanci della Carige – affermano che non si può evidenziare in bilancio il prestito di un bene (nel caso di specie la moneta) senza prima contabilizzarne la proprietà. E’ come se una società immobiliare riportasse in bilancio gli affitti da incassare senza palesare, nello stesso bilancio, la proprietà dell’immobile che genera tali affitti!

Dati ormai convergenti e ufficialmente pubblicati da BCE, Banca d’Italia, KPMG e da altre fonti primarie hanno riconosciuto che oltre il 90% della massa monetaria in circolazione,  costituita da banconote e depositi a vista,  è creata fittiziamente dal sistema delle banche commerciali. Tale massa monetaria equivale al debito delle imprese, delle famiglie e della pubblica amministrazione (sulla relazione tra massa monetaria e debito vedi anche il mio articolo “La Cassa Depositi e Prestiti sotto attacco: partono le privatizzazioni“). Dunque, la banca crea denaro per far fronte agli impieghi, ma omette di registrarlo in cassa prima di utilizzarlo.
Si tratta di un aspetto nevralgico, del vero privilegio che consente al sistema bancario di indebitare gli Stati, le famiglie, le imprese, quindi di gestire la moneta in circolazione come una gigantesca partita di debito in base alla quale tutto ciò che noi produciamo, tutto ciò che noi possediamo rappresenta un debito verso il sistema bancario. Le banche omettono di registrare la moneta creata per produrre questo debito perchè altrimenti le dimensioni di questo colossale scandalo sarebbero oggettive e potrebbero essere regolamentate.
Da Luglio 2016 ad oggi ben sei udienze si sono svolte avanti il Tribunale di Genova, durante le quali abbiamo potuto sostanziare le ragioni tecniche per le quali l’omessa registrazione della moneta bancaria è una grave lacuna contabile che produce effetti giganteschi sulla trasparenza del sistema bancario, sui flussi di cassa e potenzialmente sulla tassazione degli utili delle banche.
Durante la recente assemblea degli azionisti siamo dunque tornati a ribadire le ragioni di una battaglia che a nostro modo di vedere coincide con una svolta epocale del modo di concepire la moneta. In tal senso, Saba ha ricordato che la creazione di denaro dovrebbe essere esercitata direttamente dallo Stato attraverso la sovranità monetaria e che invece, come riconosce anche Banca d’Italia nella risposta al recente quesito sollevato dall’Onorevole Villarosa, la creazione dei depositi da parte delle banche rappresenta la quasi totalità del massa monetaria in circolazione (vedi Audizione della Banca d’Italia).

Peraltro durante l’intervento all’assemblea Carige è stato ricordato che l’avvocato Canepa, difensore della Carige, così rispondeva al magistrato durante la sesta udienza nel procedimento in corso a Genova: “Se ci fosse qualcosa di anomalo, la BCE lo avrebbe rilevato!” Peccato che la BCE è la stessa che l’anno scorso ha deciso unilateralmente di abolire il rendiconto finanziario, la pistola fumante della creazione della moneta da parte di una banca, affermando che “…il Comitato esecutivo ritiene che la pubblicazione di un rendiconto finanziario non fornirebbe ai lettori del bilancio alcuna altra informazione pertinente.” (Fonte: Annual Accounts 2015, pag.  27). Vedi il “Video dell’intervento all’assemblea di banca Carige”.

Questo è il perimetro di uno scontro iniquo ed impari nel quale la nostra azione, tecnicamente solida e studiata nei minimi dettagli, si scontra con forze sovrastanti che modificano le regole durante lo svolgimento del gioco stesso… dimostrando che i nostri colpi raggiungono obiettivi sensibili.
Passo dopo passo, udienza dopo udienza, assemblea dopo assemblea stiamo assistendo ad un graduale arretramento da parte loro, con ammissioni e provvedimenti che li distanziano anni luce dai regolamenti contabili e giuridici che dovrebbero osservare. Sappiamo che non si arrenderanno mai ma neanche noi lo faremo!

Quello dell’omissione della moneta bancaria creata dal nulla è uno strumento di controllo formidabile come lo è la manipolazione del rating, le truffe sui derivati, l’usura bancaria, il bail-in e le tante facce della finanziarizzazione dell’economia con le quali l’Eurosistema bussa quotidianamente alla nostra porta sottraendo risorse ed imponendo la propria governance. Per questa ragione è un fronte caldo nel quale occorre posizionarsi con convinzione.

La partita è aperta, il procedimento va avanti. Ottenere una sentenza che obbliga la banca a far emergere la moneta bancaria vuol dire recuperare miliardi di gettito fiscale e far cadere uno dei privilegi storici dei banchieri, che oggi rappresenta la principale leva di indebitamento e quindi di asservimento dell’intero sistema economico.
Alberto Micalizzi

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