Dimartedì (LA7) 21 Febbraio 2017
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all’inizio dell’intervento video che è trascritto sotto:
Giovanni Floris, il
conduttore: “Allora, una opportunità rarissima, intervistare il
direttore generale della Banca d’Italia. Buonasera, benvenuto,.
Grazie di essere con noi a Salvatore Rossi. Allora, è appena uscito
il suo libro scritto con Anna Giunta “Che cosa fare per l’Italia”,
edito da Laterza I proventi vanno a “Save the children”, quindi
siamo particolarmente contenti di farvelo conoscere. Che cosa sa fare
l’Italia. Allora, abbiamo avuto una serata complessa, la politica
che mostra di essere in difficoltà in molti casi, le soluzioni anche
molto radicali io non le chiederò naturalmente posizioni politiche
ma le chiederò innanzitutto a cosa serve bankitalia, così ci
chiariamo le idee.”
Salvatore Rossi,
direttore generale di Banca d’Italia: “Allora, facciamo il gioco
contrario, Supponiamo di avere una bacchetta magica e di far sparire
la Banca d’Italia, puff, in un secondo. Che succede ?”
GF: “ Che succede”
SR:”Succedono
tante cose ma ne dico una sola. Non possiamo pagare più nulla in
nessun modo: banconote di carta, assegni, carte di credito, bancomat,
tutto sparito”
GF:”Perché
gestite tutto voi”
SR: “Perché,
diciamo, noi camminiamo su un pavimento e non ci accorgiamo di nulla,
ma sotto quel pavimento c’è un intrico di cavi che è la
piattaforma tecnologica che consente tutti quei pagamenti, che
consente agli assegni di circolare, ai bonifici di muoversi da una
banca all’altra e quella piattaforma tecnologica è gestita dalla
Banca d’Italia, è gestita da tutte le banche centrali per tutti i
paesi avanzati del mondo con una aggiunta che in Europa l’intera
piattaforma europea è gestita da bankitalia e da Bundesbank, che è
la banca centrale tedesca insieme. Questo tanto per fare un
esempio...”
GF: “Quindi
funzionali siete funzionali. Allora mi dica un’altra cosa
importante però, di chi siete ? Siete degli italiani, di alcune
banche, di chi siete”
SR: “Siamo degli
italiani, non c’è dubbio su questo. Nel senso che siamo un ente
pubblico. Poi, il nostro capitale, per ragioni storiche
fondamentalmente ma come accade ad altre banche centrali nel mondo, a
quella americana, a quella giapponese, il nostro capitale è diviso
in quote che sono nelle mani di soggetti privati finanziari: banche,
assicurazioni che assolutamente non decidono chi è il direttore
generale, il governatore. Lo decide il presidente della Repubblica
sentito il governo.”
GF: “Quindi una
cosa è la proprietà e una cosa è la corporate, una cosa è chi la
gestisce, Allora, è una leggenda tutto quello che abbiamo detto.
Cosa significa per l'Italia l'uscita dall'euro e cosa comporterebbe
l'uscita dall'euro ?”
SR: “Guardi qui
possiamo fare ragionamenti molto sofisticati da economisti. Ma io ne
faccio uno molto semplice: terra terra, di nuovo, i pagamenti.
Allora, abbiam detto prima che i pagamenti sono una cosa molto
complicata in un paese avanzato, Si decide di cambiare segno
monetario, quindi di passare dall'euro a una lira nuova. Si fa
istantaneamente ? No, ci vogliono mesi e mesi per adattare questa
piattaforma tecnologica complicatissima al cambio di segno monetario.
In quei mesi che succede. In quei mesi i cittadini che fanno. I
cittadini sanno per certo che i loro risparmi che sono denominati in
euro, poi saranno convertiti in lire nuove, facciamo il caso. Queste
lire nuove saranno ovviamente svalutate perchè l'Italia è un paese
svalutazionista, di tradizioni e storie inflazionistiche. Quindi è
chiaro che la...”
GF: “Cioè perde
necessariamente valore... che vuol dire storicamente Potrebbe essere
una novità, invece: arriva la lira ed è più forte dell'euro.”
SR: “No, perché
sono i mercati che lo decidono il valore delle monete, ovviamente.”
GF: “Quindi se tu
te ne stai andando, ovviamente… Allora uno dice: arriverà la nuova
moneta che varrà meno di quella che io ho in banca, Lei dice, uno
corre in banca e se la prende.”
SR: “Magari fosse
così semplice. In realtà così semplice non è. Perché... se la
prende per farne che...Per portarla dove, per fare che cosa ? Lo
abbiamo visto quasi succedere in Grecia. L'economia greca si è quasi
fermata perché hanno chiuso le banche, hanno chiuso i bancomat. “
GF: “Quindi cosa
succederebbe ai mutui che dobbiamo ancora pagare. Io ho preso una
casa la sto pagando con un mutuo in euro, compare la lira. Che
succede al mutuo ?”
SR: “Allora, chi
ha un debito è ovviamente favorito se c'è un cambio di segno
monetario e una svalutazione della nuova moneta. Quindi, chi ha un
mutuo paga meno. “
GF: “Perché ho
preso I soldi in euro e li rendo in una valuta che vale meno. “
SR: “La banca no,
ci rimette, ovviamente.”
GF: “I risparmi ?
Ci guadagnano o ci rimettono ?”
SR: “I risparmi,
l'abbiamo detto prima, ci rimettono sempre e in ogni caso, se si
svaluta.”
GF: “Se si svaluta
tu perdi in ogni caso. Allora, mettiamola al contrario, cosa ci
stiamo guadagnando a rimanere nell'euro ?”
SR: “Premesso che
l'Europa vive un momento difficilissimo, che è il più difficile
dalla fine della guerra, fondamentalmente. A partire dal quale è
cominciato un procedimento di integrazione che seppure con alti e
bassi è andato avanti per decenni. Adesso viviamo in un momento
molto difficile. Fare l'euro, cioè fare una moneta comune, senza
avere lo stato unitario ancorché federale fu un gettare il cuore
oltre l'ostacolo. Personalmente, per quel che conta, io ci ho creduto
un sacco. Un sacco di europei ci hanno creduto. Molti non-europei
erano scettici, a cominciare dagli americani. Sta di fatto che questa
idea ha funzionato per più di dieci anni , ha funzionato bene ...”
GF: “Ma ci è
convenuta ?”
SR: “Sì, perché
per esempio i tassi d'interesse in un paese come l'Italia che come
prima dicevo è inflazionistico, sono crollati ai livelli tedeschi.
Questo ha recato, tanto per cominciare, un enorme beneficio al
bilancio pubblico ma anche a chiunque abbia appunto dei debiti.”
GF: “Cioè noi
quando chiedevamo i soldi in prestito pagavamo di meno perché
facevamo parte di una famiglia piuttosto fortunata. Allora, andiamo
ora alle banche, l'avevamo anticipato prima. Tira una brutta aria.
Si metta nei panni di chi ascolta questa intervista. Allora, MPS
salvato, quattro banche salvate. Banche venete forse anche loro da
salvare con i soldi dello stato. Quanto rischiano i risparmi degli
italiani ?”
SR: “I risparmi dei tedeschi hanno rischiato e lo stato tedesco ha
pagato 230 miliardi. 230 miliardi. In Italia si parla di 20 miliardi
che sembra una cifra enorme e che è in realtà, a confronto di
quella spesa in Germania, ma anche in Francia, ma anche in Spagna, ma
anche in Olanda, ma anche in Irlanda, una cifra molto piccola. Detto
questo, per mettere le cose nelle loro proporzioni giuste,
ovviamente, diciamo, chi investe in azioni o in obbligazioni di
qualunque impresa, fosse pure una banca, qualcosa rischia. Se investe
in obbligazioni o azioni di una banca rischia meno che se facesse la
stessa operazione con una impresa qualunque industriale, ma comunque
rischia. Se ha un deposito o un conto corrente, fino a 100.000 euro,
che è una cifra consistente, non rischia niente. “
GF: “Non rischia
nulla. Però ci sono due questioni. La prima, come mai se scoprite
così in ritardo che queste banche non funzionano, là dovete
vigilare voi. E seconda questione come mai tante persone che non
sapevano di rischiare i propri risparmi sono stati convinte dalle
banche a rischiarli ?”
SR: “Giusto.
Giuste domande. Allora, domanda numero uno, Noi ce ne siamo accorti
in tempo, non è vero che ce ne siamo accorti in ritardo. Ce ne
siamo accorti in tempo con i mezzi a nostra disposizione perché
spesso si pensa che la Banca d’Italia, che è l’organo di
vigilanza, sia onnipotente. Così non è, non abbiamo i poteri della
magistratura o della polizia, per fortuna, aggiungo, in un paese
democratico. In nessun paese democratico...
GF: “Certo. Sennò
ne andrebbe della privacy di tutti noi...”
SR: “...sennò
saremmo dittatoriali. Quindi, con i mezzi, con le leggi vigenti, con
i mezzi a nostra disposizione noi abbiamo fatto il possibile. Quando
abbiamo avuto sospetti abbiamo interessato la magistratura in
silenzio. Perché noi siamo tenuti al silenzio e al segreto dalla
legge, la legge votata dal Parlamento.”
GF: “Come mai chi
non sapeva di rischiare ci ha rimesso”
SR: “Questa è
un’altrra questione importante. Su questo un po’ si deve
lavorare, si devono aggiustare un po’ di cose. Intanto sono
cambiate le regole in tutta Europa, quindi questo è il dato di fatto
da cui partire e questo ha spostato un po’ non dico le convenienze
ma diciamo le consapevolezze della gente. Rimane il fatto che se una
banca piazza dei titoli, delle obbligazioni subordinate, come si dice
in gergo, ormai l’abbiamo imparato tutti che vuol dire, subordinate
vuol dire che sono delle quasi azioni. Non sono obbligazioni vere, ma
non sono neanche azioni ma sono una via di mezzo. “
GF: “E qui il
risparmiatore spesso si perde e la banca malevola s’inserisce”
SR: “Allora lì se
la banca dice guarda comprale, perché sono sicure e il risparmiatore
se le compra, qualcuno ha sbagliato. O il risparmiatore, o la banca,
o tutt’e due, forse la banca ha imbrogliato.”
GF: “A chi sta,
alla magistratura o a bankitalia in questo caso stabilire...”
SR: “Sta alla
magistratura. Noi in molti casi abbiamo avvertito la magistratura,
che ha i suoi tempi, ovviamente. In molti casi è intervenuta.”
GR: “Però c’è
la consapevolezza insomma che… le ho da fare solo due domande
perché siamo andati oltre tempo massimo. La prima è vale la pena
salvare le banche ? Cioè quando c’è denaro pubblico che finisce
poi al Monte dei Paschi piuttosto che alle altre banche uno dice ma
perché devo dare soldi a loro che sono ricchi, perché il banchiere
è ricco. Ci spiega qual’è il mistero ?
SR: “Perché si
confondono le banche con I banchieri. Questo è il punto
fondamentale. Allora, le banche sono fatte da che cosa, da chi. Da
chi mette i suoi risparmi in banca e da quelle persone che prendono
soldi in prestito dalla banca che sono famiglie, che sono imprese.
Non dai banchieri che le amministrano e che le gestiscono. Quando una
banca va in crisi, il salvataggio pubblico va al pubblico, al
risparmio, non ai banchieri.”
GF: “che
dovrebbero magari finire in galera ma quello è un altro discorso.
Vale la pena fare la manovra per rispettare le indicazioni europee ?”
SR: “Domanda
difficile, eh eh eh... Domanda molto difficile. Io personalmente
penso che sì, che valga la pena, perché, per una ragione
fondamentale – mi faccia spendere 30 secondi per dire che è vero,
è ben vero che dopo anni e anni di recessione c’è un crollo della
fiducia nei consumatori negli incvestitori quindi tutti I manuali di
economia insegnano che in questi casi è il settore pubblico che deve
compensare e questo giustificava le richieste di flessibilità
all’Europa, alla Commissione Europea etc. però lo sviluppo
economico nel medio lungo termine non si fa col debito pubblico, non
c’è niente da fare la storia ce lo insegna in modo conclamato e
quindi il rigore fiscale quando non – ripeto – non uccide il
paziente, il rigore fiscale è necessario.”
GF: “E’ la
premessa della ripresa”
VEDERE ANCHE: Bankitalia: le banche non pagano tasse sulla creazione di denaro dal nulla
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